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ponte sui funi rebecca 11 dicembre ciclovia san martino siror

Incuriosita dall’apertura della nuova ciclovia che collega San Martino di Castrozza a Siror decido di provare l’avventura.

In realtà, con le poche indicazioni trovate in rete la prima idea è quella di andare a vedere se la cosa è fattibile.

La giornata è bellissima. La neve ha imbiancato copiosamente il paesaggio. Ho scarponi da trekking invernali e pantaloni da sci, ma lascio in albergo le ciaspole. Mi dico che in caso di difficoltà posso sempre invertire la marcia.

san martino di castrozza pale neve

La partenza del percorso è sotto l’Albergo Colfosco, laddove la strada si biforca. Lascio la principale e, con albergo alle spalle, tengo la sinistra. Passato il ponte, si trova subito la prima indicazione per Siror.

Sono circa 9 km in totale, la mia preoccupazione è che non so esattamente quale sarà la situazione lungo il percorso. Intanto parto. Il primo tratto di strada sarebbe carrabile, ma la neve (circa 35 cm) la rende impraticabile per i mezzi a motore.

percorso carrabile innevato san martino sirorComincio a scendere e nel primo tratto trovo qualche traccia di ‘attività umana’.

La situazione cambia in località Transacqua quando si trova la sbarra che segna il vero e proprio inizio della ciclovia San Martino di Castrozza Siror. Ci sono impronte sulla neve che indicano che qualcuno (forse il giorno prima) ha già fatto il percorso, con le ciaspe immagino vedendo il tipo di segno.

La spinta a continuare è la voglia di vedere il ponte sulle funi che attraversa la Val de Vècia. Quando arrivo, dopo più di un’ora di passeggiata in solitaria, mi emoziono a vederlo coperto di neve. Lo sto per attraversare: sono 58 metri sospesi su 23 metri di altezza.

ponte sui funi val della vecia

La mia presenza disturba una coppia di caprioli che erano proprio in prossimità del ponte e uno di loro rientra di sfuggita nel mio video.

 

 

La soddisfazione per essere arrivata a questo punto del percorso è grande! Mancano ancora 4,8 km a Siror, ma il più è fatto. Sto per abbandonare i boschi. La neve rende ogni cosa speciale.

casette ciclovia san martino sirorpaesaggio innevato trekking san martino siror

L’ultimo tratto di sentiero fino a Siror costeggia il fiume. Continuo a non trovare nessuno, ma i segnali azzurri su alberi e rocce e quelli lungo percorso accompagnano la fine della mia avventura.

All’arrivo mi aspetta Siror, un paesino molto caratteristico che nel mese di dicembre ospita il tradizionale Mercatino di Natale. Il sabato è chiuso, ma mi riprometto di tornarci il giorno successivo (domenica 12 dicembre). Sarà l’occasione per approfondire la scoperta del paese che lascia intravedere cose interessanti.

FOTOGALLERY SIROR

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simone artigiano

Bottega Artigiana Cazzato a Specchia dal 1890. La produzione di cesti, fiscoli e tappeti di corda nella nostra visita guidata.

Specchia ci ha regalato uno spicchio di Salento autentico, finalmente! Dopo aver visitato la mostra “La morte dei Patriarchi” che documenta il dramma dell’estinzione degli ulivi secolari, causa Xylella, ci siamo imbattuti nella bottega Artigiana Cazzato.

La tradizione degli antichi fiscoli, usati nella produzione olearia, è ancora viva grazie all’ingegno della quarta generazione della famiglia Cazzato. I telai originali sono adesso utilizzati per produrre oggetti come tappeti, sottopentola, cesti e anche oggettistica in cocco, cotone e corda.

cestini corda specchia

Nella bottega il tempo sembra essersi fermato. Ma basta ascoltare i racconti per capire che la storia familiare non ha mai smesso di ‘intrecciarsi’ con quella del territorio salentino.

telaio bottega artigiana cazzato

Un territorio un tempo a vocazione totalmente agricola e caratterizzato da quegli ulivi che rischiano l’estinzione a causa di un parassita alieno: un microbo capaci di uccidere esseri viventi sopravvissuti a due Guerre Mondiali e a cambiamenti epocali. Oggi dei loro corpi nodosi e vigorosi restano rami secchi e tronchi vuoti come simulacri.

olivo morto xylella salento

Le loro storie però sono raccontate ancora dai telai usati per fare i fiscoli, attrezzi desueti, che tornano a nuova vita grazie alla passione di chi crede nel lavoro delle mani e di chi ama visceralmente la tradizione locale.

corde cazzato

Info visite Bottega Cazzato Specchia: +39 320 5707848

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montalbano jonica tramonto

Dopo le escursioni nei paesi delle Piccole Dolomiti Lucane, abbiamo deciso di immergerci nelle atmosfere lunari dei Calanchi della Basilicata. Ecco il racconto e le immagini della nostra passeggiata.

I Calanchi, formazioni argillose residui dei fondali marini, fanno da sfondo a buona parte dei territori centro meridionali della Basilicata.

Grazie a Maurizio, guida del CEA I Calanchi, abbiamo avuto l’occasione di scoprire alcune curiosità relative a queste formazioni così caratteristiche e soprattutto di camminarci dentro.

I Calanchi del Montalbano fanno parte di una Riserva Naturale Speciale, istituita nel 2011. Si tratta di una mappa geologica che permette di studiare la conformazione del territorio attraverso le ere geologiche.

Il territorio è ricco di flora e fauna e gli avvistamenti di rapaci sono piuttosto comuni (la Basilicata ospita la più alta popolazione di nibbi reali in Italia).

rapace basilicata

Dopo la presentazione scenografica dall’alto del Belvedere di Montalbano Jonico (dal quale si gode in lontananza della vista di Craco), abbiamo imboccato “U pietto” un ripido sentiero che ci ha permesso di scendere fino ai ‘fondali del mare’.

craco vista da montalbano jonica

Il percorso è super suggestivo e fatto nel tardo pomeriggio consente di godere di sfumature di colore uniche, senza il pericolo di cuocersi al sole. Si cammina fra conchiglie e guglie di argilla, stando attenti alle buche naturali formate dall’erosione dell’acqua.

Foto Calanchi Montalbano Jonico

Un’esperienza assolutamente consigliata per apprezzare un territorio speciale, ancora autentico, ricco di contrasti (non solo cromatici). Il periodo migliore? Settembre certo, ma anche quello della fioritura come ci ha suggerito Maurizio.

Per info e contatti: ceaicalanchi@gmail.com

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essenza lucano ingresso

Essenza Lucano a Pisticci Scalo è una sosta che ci ha sorpreso: un percorso immersivo che permette di scoprire tanti segreti (non tutti) dell’amaro lucano.

Soggiorniamo fra Pisticci e Marconia e ci siamo accorti lungo strada di un cartello relativo al Museo dell’Amaro Lucano. Dal sito ufficiale abbiamo appreso che si tratta della casa espositiva del celebre amaro, inaugurata nel 2019 in occasione di Matera Capitale.

Essenza Lucano si articola in uno spazio destinato alla vendita dei tanti prodotti a marchio “Amaro Lucano“: alcolici (ovviamente), ma anche gadget e cosmetici. Si passa poi, attraverso il giardino aromatico della corte (dove le 30 erbe del Lucano si lasciano guardare e toccare) nel vero e proprio Museo.

Si tratta di uno spazio tecnologico, interattivo, nel quale è possibile ripercorrere non solo la storia delle origini del prodotto, ma anche studiare il successo delle campagne pubblicitarie attraverso le insegne e gli slogan, fra i quali spicca l’iconico: “Cosa vuoi di più dalla vita?“.

essenza lucano sensoriale

Il Museo permette di conoscere anche molte curiosità relative non solo a Pasquale Vena, che dalla sua bottega di alimentari a Pisticci fece conoscere il suo liquore aromatico al mondo, ma anche sulla Pacchiana.

La Pacchiana è che la donna immagine delle etichette dell’Amaro Lucano fin dalle origini (datate all’anno 1894). Si tratta di una popolana, scelta dal Vena in persona, vestita con gli abiti tradizionali di Pisticci.

la pacchiana amaro lucano

La cosa che ci ha colpito di più? Che anche l’Amaro Lucano (come la Coca Cola) ha il suo ingrediente segreto gelosamente conservato in una cassaforte di famiglia. Un segreto tramandato di generazione in generazione (siamo alla quarta) e attualmente in mano all’omonimo nipote del fondatore.

il segreto di amaro lucano

 

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craco cartello bianco e nero

Craco il paese fantasma del materano è un set perfetto non solo per film, ma il soggetto ideale per chi cerca un luogo non ordinario. Guarda la nostra galleria di foto.

Arrivare a Craco significa attraversare un territorio che evoca mille suggestioni: dal selvaggio West degli Stati Uniti a Pamukkale in Turchia. Suggestioni, appunto, perché in realtà i calanchi del materano, nella zona compresa fra Pisticci e Montalbano Jonico sono qualcosa di unico.

Avremo modo di apprezzarli meglio domani, con un trekking organizzato insieme a Maurizio (guida turistica ambientale locale), quando li vedremo da molto vicino.

Intanto oggi abbiamo avuto un primo assaggio percorrendo la strada che da Pisticci Scalo porta a Craco, la città disabitata diventata famosa per essere stata un set di alcuni film iconici:  da “Cristo si è fermato a Eboli” (1978) a “The Passion” (2004) di Mel Gibson (scena dell’impiccagione di Giuda).

Foto Gallery Craco (Basilicata)

Purtroppo post Covid-19, il percorso di visita guidata con la Craco Card non è più disponibile e ci siamo dovuti accontentare di foto dall’esterno. Il paese, dal 2020, è tornato ad essere disabitato e vuoto come da quel giorno del 1963 quando l’ennesimo crollo franoso costrinse i suoi abitanti alla fuga.

Dopo questo tour fotografico, sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Essenza Lucano: Museo e Shop dell’Amaro Lucano.

saline di trapani e marsala sicilia

In questo articolo proponiamo un itinerario cult nella zona Nord Ovest dell’isola, che permette di godere della zona costiera e non, compresa fra Palermo e Trapani. Una settimana fra città d’arte, borghi marinari e scenari mozzafiato.

Se hai in mente una vacanza in Sicilia e specialmente se è la prima volta, non commettere l’errore di voler fare tutto. Si tratta infatti di una terra così ricca che, se hai meno di 2/3 settimane a disposizione, non può svelare a pieno le sue meraviglie. Se ami passeggiare in città d’arte, fare trekking all’aria aperta questo tour on the road nella zona Nord Occidentale dell’isola fa al caso tuo.

Informazioni pratiche

  • Aeroporto Palermo “Falcone e Borsellino” (Punta Raisi) – Dista circa 35 km dal centro città. Gli aeroporti da cui partono i voli diretti per e da Palermo sono: Bari; Bologna; Genova; Firenze; Lampedusa; Milano (Malpensa); Napoli; Olbia; Pisa; Pantelleria; Roma (Fiumicino); Torino; Venezia; Verona.
  • Noleggio auto – Per questo giro on the road e per vivere ogni momento in piena libertà, il mezzo di trasporto migliore è un’auto a noleggio. Fra i vari servizi online ti consigliamo Autoprio.it che permette di confrontare i prezzi e di trovare auto a noleggio low cost, con chilometraggio gratuito e tasse aeroportuali e assicurazioni obbligatorie incluse.
  • Quale periodo è migliore? Da fine aprile ai primi di ottobre, tenendo presente che luglio e agosto sono mesi molto caldi, mentre maggio-giugno-settembre riservano scorci solitari e temperature molto gradevoli anche per un bel bagno in mare.

Itinerario in Sicilia Nord Ovest 

GIORNO 1: Palermo centro storico

Dedica il primo giorno ad un giro di ambientamento. Camminando per il centro storico di Palermo potrai subito immergerti nella cultura locale fatta di palazzi nobiliari e mercati popolari, colori e suoni che ti trasportano all’istante nel cuore del Mediterraneo.

Inizia il percorso storico da Piazza Bellini, nel centralissimo quartiere Kalsa, dove affacciano tre delle principali chiese cittadine: Chiesa della Martorana, Chiesa di San Cataldo, Chiesa di Santa Caterina. Sia la Chiesa della Martorana che quella di San Cataldo risalgono all’epoca della dominazione normanna in Sicilia e sono patrimonio mondiale dell’UNESCO; mentre Santa Caterina è di epoca Barocca.

A due minuti a piedi di distanza si trova la Piazza Pretoria con l’omonima Fontana Pretoria, meglio nota ai palermitani come la ‘Vergogna’, per via delle statue nude che abbelliscono una delle più belle fontane della nostra penisola, costruita a Firenze nel 1554  e trasferita a Palermo nel 1581.

sicilia fontana pretoria palermo

A circa 500 metri dalla Fontana Pretoria, si trova il Mercato di Ballarò. Non si può dire di aver conosciuto Palermo se non si visita almeno uno dei suoi mercati: Ballarò, appunto, Il Capo, oppure la Vucciria. Frutta di stagione, pesce fresco, formaggi locali, bancarelle di vario genere e soprattutto la possibilità di sperimentare lo street food tipico. Si può scegliere se girarlo in autonomia oppure con una guida locale. Noi abbiamo optato per la seconda soluzione e con StreatPalermo e abbiamo potuto assaggiare il rinomato pane cà meusa (panino con la milza), panelle calde, un bicchiere di vino locale e un cannolo – o cassatina – per chiudere la degustazione.

Giorno 2 Sicilia: Palermo centro storico e Monreale

Il secondo giorno nel capoluogo siciliano, ti porta alla scoperta dei monumenti più noti e simbolo di Palermo come città d’arte: la Cattedrale in stile arabo normanno; il Palazzo Reale ovvero Palazzo dei Normanni e l’imperdibile Cappella Palatina, voluta da Ruggero II dopo la sua incoronazione nel 1130.sicilia cattedrale palermo

Se la mattinata ti servirà per riempirti gli occhi delle splendide architetture e dei tesori cittadini, nel primo pomeriggio potrai completare l’opera con una visita alla Cattedrale di Santa Maria Nuova di Monreale, patrimonio dell’UNESCO dal 2015. È a ragione considerata una delle più importanti chiese medievali al mondo. Il motivo? Gli straordinari mosaici bizantini, ben 130, che raffigurano storie bibliche.

GIORNO 3: Mondello e Riserva di Capo Gallo

Mare, natura e scorci paesaggistici incantevoli. L’ultimo giorno a Palermo, puoi dedicarlo alla spiaggia di Mondello e alla Riserva di Capo Gallo. La prima è il mare dei palermitani e per questo motivo, specie nei fine settimana durante la bella stagione, è molto affollata. La riserva di Capo Gallo che dista circa 15 km di auto dal centro di Palermo, invece, permette di camminare sulla rete di sentieri tracciati in cerca di zone più tranquille e di scorci naturalistici suggestivi.

Giorno 4 Sicilia: Scopello e San Vito Lo Capo

È arrivato il momento di lasciare Palermo e di muoversi in direzione Est. Lungo il tragitto sosta obbligata a Scopello, antico borgo marinaro dove sorge una delle più antiche tonnare dell’isola e il cui paesaggio è caratterizzato dai possenti faraglioni in mezzo al mare.

sicilia scopello paesaggio

Come luogo di pernottamento per esplorare questa parte dell’isola, abbiamo scelto San Vito Lo Capo. Se stai programmando le tue vacanze per il prossimo settembre, dal 18 al 27 settembre 2020 San Vito Lo Capo diventa il cuore pulsante del Mediterraneo col Cous Cous Fest. Ci siamo stati qualche anno fa ed è stata una gioia che ha coinvolto tutti i sensi, grazie ai tantissimi eventi in programma: stand gastronomici, cooking show, concerti musicali etc.

GIORNO 5: Riserva dello Zingaro

Trekking in zone incontaminate, questa è la sintesi della giornata da trascorrere allo Riserva Naturale dello Zingaro. Per accedere all’area naturale sono presenti due ingressi: quello Sud ad 1 km circa da Scopello e quello Nord a San Vito Lo Capo. Nei pressi degli accessi sono disponibili parcheggi e aree sosta per le auto. Camminando lungo i sentieri ben tracciati incontrerai dal lato mare baie e calette (Cala dell’Uzzo, Cala Marinella, Cala Beretta, Cala della Disa, Cala del Varo e Cala Capreria) dal lato interno, invece, monti rocciosi e grotte.

sicilia riserva zingaro panorama

Giorno 6: Erice e Saline di Trapani e Marsala

Obbligatoria un’escursione all’antica città, di origini fenicie e greche, di Erice. Situata a circa 750 metri di altitudine, permette di ammirare scorci mozzafiato mentre si cammina in un dedalo di vicoli stretti e di strade acciottolate che portano alla Chiesa Matrice e alla Torre Campanaria, al Castello di Venere e al Quartiere Spagnolo etc.

Un paesaggio lunare che si accende al tramonto di rosso e di arancio, brillantato dal riverbero dei raggi del sole sul sale. Nel periodo da luglio a settembre i colori sono ancora più intensi per le montagnole di sale sparse. Mentre i mulini a venti e i fenicotteri rosa completano uno scenario che farebbe la gioia di qualunque fotografo e di tutti quelli che amano la natura.

GIORNO 7: Trasferimento a Palermo

Approfitta dell’ultimo giorno, prima di ritornare verso l’aeroporto di Punta Raisi, per goderti una camminata rilassante sulle lunghissime spiagge di sabbia finissima di San Vito Lo Capo e per un ultimo tuffo nel mare cristallino della Sicilia.

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