Grande festa dei sapori tradizionali a San Giovanni Valdarno, dove domenica 21 è stata di scena la settima edizione del Palio dello Stufato alla Sangiovannese. Una portata di origine povera, la cui ricetta è ancora oggi gelosamente tramandata all’interno delle famiglie e fra gli ‘stufatari’ della città. Questo piatto, le cui radici affondano nel mito, è stato scelto dall’Amministrazione Comunale come vessillifero della tradizione locale anche in occasione di Expo 2015. I sangiovannesi considerano lo Stufato come una tradizione inscindibile dalla realtà storica, artistica e culturale della città, come dimostrano la passione e la gelosia che ogni cuoco dedica alla realizzazione del proprio piatto, custodendo attentamente quelli che sono i passaggi nella cottura e la giusta mescolanza di ‘drogo’ e spezie.
Prima di prendere parte al Palio come assaggiatori, ci siamo fatti un gradevole giro per il paese, vestito a festa per l’occasione. Meritano una sosta, Palazzo Pretorio – meglio noto come Palazzo d’Arnolfo – con gli stemmi del vicariato e la robbiana in terracotta invetriata – all’ingresso di Santa Maria delle Grazie – opera di Giovanni Della Robbia e raffigurante la Madonna che offre la cintola a San Tommaso Apostolo (1510-1515). Oltre alla tradizionale Fiera Antiquaria della terza domenica del mese, in Corso Italia è stato un tripudio di sapori locali, con i banchi dei produttori a presentare il meglio dell’enogastronomia del territorio e non solo: dalle cipolle di Cannara al miele del Valdarno, passando per gli insaccati locali come il tarese, o come la classica porchetta.
Finalmente alle 12.30 scatta l’ora del Palio, che quest’anno ha visto in gara sei studenti dell’Istituto Vasari di Figline Valdarno. Ciascuno di loro ha realizzato il piatto sotto la vigile cura di uno dei maestri ‘stufatari’ vincitori delle scorse edizioni del Palio. Ad avere la meglio, nella somma dei voti della Giuria Popolare e della Giuria Tecnica, presieduta dal critico enogastronomico Leonardo Romanelli, è stata Linda Brandi accompagnata dallo stufataro Mario Barbieri.
In gara anche tre vini e una birra artigianale, da giudicare in base al gusto e all’abbinabilità con lo stufato. Il vino vincitore in questa classifica è stato il Crono dell’Azienda Bancole di San Giovanni Valdarno vendemmia 2012. Menzione di merito per la birra Maius, una birra bianca pensata appositamente per sposarsi con lo Stufato alla Sangiovannese, realizzata con farro bio e aromatizzata con le medesime spezie dello stufato.
La ricetta dello stufato, ve la lasciamo in versi: “Se questo piatto buono tu vuoi fare / questi sono gli ingredienti da adoprare: / muscolo libbre tre, tagliato a modo / e di ossa e di zampa a parte fai del brodo. / Tanto prezzemolo e di cipolle una / fai un bel battuto con la mezzaluna / vino, olio d’oliva, un’impepata / spezie, garofano ed affin noce moscata. / Indi di coccio un tegam devi pigliare / ci versi l’olio ma senza esagerare / perché riesca bene, se ti preme / metti la carne col battuto insieme. / Allor che tutto ha preso a rosolare / non ti stancare mai di razzolare / quando il colore ha preso marroncino / metti le droghe e un bel bicchier di vino. / Appena il vino s’è tutto consumato /aggiungi il pomodoro concentrato / a questo punto puoi abbassare il fuoco: / cuoci aggiungendo il brodo, poco a poco”. Buon appetito! Ma se davvero volete assaggiare lo Stufato, il consiglio è quello di farvi un giro a San Giovanni Valdarno dove la tradizione di questo piatto è portata avanti con orgoglio e maestria da secoli e dove potete andare alla scoperta di una Toscana vera e genuina.
Giro effettuato domenica 21 febbraio 2016
GIUDIZIO: Ecco un piatto che racconta l’amore della gente per la tradizione, il gusto della convivialità e la storia di un territorio.
CUCCHIAI DI MIELE 5 su 5