Castello di Sammezzano sogno d’Oriente

Castello di Sammezzano sogno d’Oriente

2244
1
SHARE
Castello di Sammezzano Sala dei Pavoni
Castello di Sammezzano Sala dei Pavoni

Entrare nel Castello di Sammezzano significa varcare la soglia di un mondo fra sogno e realtà, fra scienza e follia. Già il percorso che conduce al Castello ha qualcosa di magico, un viale di sequoie (proprio così) è una rarità non solo in Toscana! Il Parco e il Castello sono il frutto dell’impegno di un solo uomo: Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona (Firenze, 10 marzo 1813 – Sammezzano, 18 ottobre 1897), i cui interessi spaziavano dalla botanica all’architettura, dalle scienze alle religioni. Un folle visionario per la sua epoca, una macchietta per i suoi contemporanei. Semplicemente uno spirito libero e anticonformista, perché come si legge in una delle tante scritte nel Castello “Est aliqui delirii in omni magno”: c’è sempre un po’ di follia nella grandezza.

Non è possibile dare una chiave di lettura univoca per questa costruzione così eclettica. Ispirata alla corrente culturale dell’Orientalismo, è comunque stato fatto notare che il suo orientamento lineare Est-Ovest e la sua struttura esterna richiamano la sobrietà rinascimentale (non dimentichiamoci che siamo a pochi chilometri da Firenze).

Castello di Sammezzano Leccio foto esterno

Contraddizioni, allusioni, simboli, sincretismo religioso. Nel Castello di Sammezzano ci si può perdere dietro alle fantasie del suo ideatore, che nel primo vestibolo ci avverte “Non plus ultra”, ovvero “Niente più di questo”, ma anche l’ammonimento che era sulle Colonne d’Ercole, alla fine del mondo pensato dagli antichi, “Niente dopo di questo”. E la fine del mondo sono i locali interni come la Sala degli Specchi, la Sala dei Pavoni, la Sala da Ballo e ancora il fumoir, la Cappella. Ciascuna ispirata a luoghi orientali ed esotici come Persia, Spagna, India.

Allusioni e segni sono ovunque, ma vanno cercati come in una caccia al tesoro o, molto più probabilmente, come in un percorso iniziatico. Simboli come la melograna, biblica e massonica, che in spagnolo si chiama Granada, ovvero il luogo dove si trova l’Alhambra fonte di ispirazione per Sammezzano. La forma ottagonale così ricca di simbologie numeriche (viene subito in mente Casteldelmonte in Puglia). Il richiamo esplicito a Dante (Inferno IX, 61-63) “O voi ch’avete li ’ntelletti sani / mirate la dottrina che s’asconde /sotto ’l velame de li versi strani”.

Un luogo straordinario che – dopo anni di abbandono e di incuria – deve la sua rinnovata popolarità al Comitato FXPA. Sono proprio i volontari del Comitato – in collaborazione con la proprietà (Sammezzano è privato, n.d.r.) – che alcune volte l’anno (maggio/giugno/ottobre) permettono visite guidate al pubblico. In occasione delle aperture è obbligatoria la prenotazione sul sito www.sammezzano.org. Una piccola curiosità: se non siete fra i fortunati che entrano in lista per la visita, sappiate che potete godere di alcuni scorci del Castello, grazie al film “Il racconto dei racconti” – Tale of Tales di Matteo Garrone, con Salma Hayek e Vincent Cassel.

Info utili:
Il Castello si trova in località Leccio frazione di Reggello (provincia di Firenze)
Coordinate GPS: 43.6987830, 11.4693880
Contatti Comitato FXPA: info@sammezzano.org

Giro effettuato 11 luglio 2015
CUCCHIAI DI MIELE 5 su 5

1 COMMENT

LEAVE A REPLY