La meta è un classico dei giri in Toscana: il Chianti, fra vigneti, castelli e colline. Le premesse sono ottime, ma qualche contrattempo organizzativo ci farà godere meno delle bellezze che la natura e l’uomo hanno plasmato nel corso dei secoli.
Decidiamo di visitare il Castello di Verrazzano, alle porte di Greve in Chianti. Il primo sgradevole contrattempo è nell’Ufficio Turistico del Comune di Greve (quando si dice non avere bisogno della professionalità, perché tanto ti trovi in un luogo dove la gente viene a prescindere). È qui che abbiamo prenotato i voucher per la visita e il lunch/degustazione. O così crediamo… I prezzi che ci avevano fornito per telefono non erano corretti (il sabato si pagano 11 euro in più perché oltre al tagliere di salumi, carne e formaggi viene preparata la pasta al pomodoro) e i nostri posti non erano stati nemmeno prenotati. Alla fine prendiamo 4 biglietti e paghiamo 45 Euro a persona, usciamo arrabbiati e con la sensazione spiacevole di essere stati presi in giro. Mi faccio un’idea esatta del perché i turisti siano spesso prevenuti quando girano il Bel Paese.
Arriviamo a Verrazzano, al desk ci accoglie Jillian una signora anglo-fiorentina molto gentile, alla quale facciamo presente il disguido. Ci spiega che le visite sono prenotabili anche direttamente da loro e che quella alle 12 sarà in inglese. “Come, in inglese? Ma all’Ufficio Turistico non ci hanno detto niente!”. Siamo entrate in quattro persone di lingua italiana e ci rifilano dei biglietti per una visita in inglese! Jillian ci viene incontro e ci dice che potrà spiegare le cose principali in entrambe le lingue, anche quella del Paese nel quale ci troviamo. Mi pare già un successo e apprezziamo la buona volontà. Iniziamo la visita. Il luogo è bello e ricco di storia. Verrazzano (da verrum = maiale selvatico, cinghiale e zano = luogo inospitale) risale all’epoca Longobarda (700 d.C. circa) ed è l’unica tenuta di tutto il Chianti ad avere mantenuto l’originale estensione terriera divisa fra vigne, oliveti e boschi. Appartiene alla famiglia Cappellini di Firenze, che è stata pioniera nel turismo enologico e oggigiorno contano 30.000 visitatori annui.
Siamo nella casa e nei luoghi natii del navigatore Giovanni da Verrazzano che nel 1524 esplorò la costa Est degli Stati Uniti, toccando per primo la baia di New York City, il North Carolina e Cape Fear. Ce lo ricordano i tre sassi del fiume Hudson intonacati nella parete della Villa, mentre tre pietre della torre medievale di Verrazzano si trovano in uno dei piloni di cemento dell’omonimo Ponte a New York a suggellare il legame creato fra i due territori dal grande esploratore.
Davvero interessanti le cantine storiche protette dagli spessi muri di pietra e con i pavimenti originali di mille anni fa. Diversi i tipi di botti presenti a seconda dell’invecchiamento richiesto.
La visita dura un’ora e termina con il lunch/degustazione. Ci vengono serviti quattro vini diversi: un rosato, un rosso Chianti Classico 2013, un rosso Chianti Riserva 2012 e un Super Tuscan. Infine un ottimo vin santo con altrettanto eccellenti cantuccini e una grappa. Il tutto accompagnato da pasta al pomodoro e da un ricco tagliere con arista, bruschetta con fagioli, affettati misti e due formaggi da accompagnare con una composta e un cucchiaio di balsamico. L’orario per le visite è dal lunedì al venerdì 10, 11, 12, 15 e il sabato alle ore 12. L’Hosteria Ristorante è aperto dal lunedì al sabato 12.30-14.30. Info e prenotazioni: +39 055 854243.
Giro effettuato sabato 5 settembre 2015
GIUDIZIO: Dobbiamo fare una media fra il pessimo impatto organizzativo e i luoghi eccelsi dal punto di vista storico e paesaggistico, anche se piuttosto massificati. Ottime l’accoglienza e la visita al Castello. Soddisfacente il lunch/degustazione.
CUCCHIAI DI MIELE 3 su 5